Fino a qualche anno fa solo i bambini potevano ambire ad avere denti dritti grazie all’ausilio dell’apparecchio. Oggi, invece, l’ortodonzia è consigliata anche agli adulti, in particolare tra i 30 e i 40 anni, a patto che non soffrano di patologie gengivali.
In alcuni casi anche i 50-60enni possono riallineare i denti, anche per motivi non sono solo estetici: infatti, un’articolazione temporo-mandibolare equilibrata influenza positivamente soprattutto la postura, permettendo a pazienti sofferenti di mal di schiena di vedere sensibilmente migliorate le proprie condizioni generali di salute.
Quale tipo di apparecchio scegliere? Si può semplificare dicendo che ne esistono di tre tipi, li elenchiamo in base alla nostra preferenza.
Ci sono gli allineatori trasparenti, ovvero le mascherine, che vanno tolte solamente ai pasti e quando si lavano i denti.
Poi c’è l’apparecchio linguale fisso, che viene inserito nella parte interna dell’arcata dentale.
La terza opzione è l’apparecchio fisso applicato sulla parete esterna dei denti, che ha oggi la possibilità di avere i gancetti (brackets) in ceramica o trasparenti, meno visibili di quelli tradizionali metallici.
Il risultato finale per l’adulto è lo stesso del bambino, con l’unico limite che non si possono modificare le anomalie ossee, come avviene invece con i pazienti ancora in fase di crescita. In ogni caso a fine trattamento è consigliata una tecnica di contenimento del risultato ottenuto, come ad esempio l’uso di mascherine o anche il bloccaggio con una legatura fissa interna incollata tra i denti.
Il risultato è sempre garantito, quindi, anche in età avanzata, con la condizione di mantenere gengive sane e rispettare i tempi biologici delle terapie ortodontiche.
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